La metafora marina continua ad apparire la più appropriata per descrivere i dati risultanti dal monitoraggio dell’Osservatorio TG CoRiS Sapienza – Eurispes per le settimane comprese tra l’11 e il 17 e poi tra il 18 e il 24 novembre. Tanto le più grandi forze politiche quanto i maggiori leader continuano a risentire, nel numero di menzioni registrate, flussi e riflussi solo in parte giustificati dalla contingenza dell’agenda.
Le settimane comprese tra il 28 ottobre e il 3 novembre e tra il 4 e il 10 novembre 2019 consegnano all’analisi della copertura del Conte Bis nei telegiornali della sera un dato doppiamente interessante. Da un lato, i flussi della presenza politica nelle diverse testate informative iniziano ad apparire come complessivamente governati da movimenti simili a una marea che si ingrossi e si ritiri a settimane alterne; dall’altro, nel più significativo periodo di risacca della politica dall’inizio della rilevazione a spiccare è proprio la figura del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Le settimane comprese tra il 14 e il 20 e tra il 21 e il 27 ottobre segnano anzitutto un calo generalizzato dell’attenzione verso i maggiori partiti di governo e di opposizione.
L’analisi dei dati raccolti dall’Osservatorio TG CoRiS Sapienza – Eurispes per le settimane comprese tra il 30 settembre e il 13 ottobre riservano qualche sorpresa rispetto al quadro che avevamo cominciato a tratteggiare: sovrarappresentazione della “quota PD” della coalizione di governo e sostanziale equilibrio tra le maggiori forze dell’opposizione.
La sinergia tra l’Osservatorio Mediamonitor Politica del Dipartimento CoRiS Sapienza e l’Osservatorio TG di Eurispes si arricchisce di una nuova ricerca in comune, relativa alla copertura, nelle edizioni serali dei sette tg nazionali, del secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte nell’ambito della XVIII Legislatura.
46.674 secondi, pari a quasi 13 ore. È il tempo che, nelle sette settimane precedenti le consultazioni del 4 dicembre 2016, i telegiornali della sera hanno dedicato al Referendum costituzionale. Si tratta del “tempo antenna”, dunque della somma dei secondi dedicati al racconto delle posizioni in campo da parte dei giornalisti (“tempo notizia”) e dei secondi in cui sono stati i protagonisti della politica italiana, schierati per il Sì o per No, a prendere la parola per esprimere la propria posizione (tempo parola).
L’ultima settimana (corta) di rilevazione sancisce un dato importante: il trend di copertura mediatica dei due schieramenti ha retto fino all’ultimo. Sul fronte del Sì, difficilmente le percentuali di copertura del Presidente del Consiglio in termini di tempo antenna e tempo parola scendono al di sotto del sessanta per cento. Sul fronte del No, fa il suo ritorno la componente leghista, che nelle scorse settimane sembrava “sottotono”, e confermano la propria forza, in uno scenario assai frammentato, la componente del MoVimento 5 Stelle, rappresentata da Luigi Di Maio, e quella che si riassume nella figura dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nella penultima settimana di campagna referendaria l’“effetto accozzaglia” sembra ridursi, e, di fatto, i contendenti che ottengono il maggior numero di secondi di tempo antenna e soprattutto di tempo parola fanno riferimento a tre forze politiche solamente: il Partito Democratico, Forza Italia e il MoVimento 5 Stelle.
La quinta settimana di rilevazione non porta novità sostanziali al trend ormai consolidato, una contrapposizione tra un Sì quasi monolitico, riferibile, soprattutto nei tempi parola dei tg della sera, per due terzi al Presidente del Consiglio Renzi, e un no multiforme e difficilmente in grado di trovare un punto di convergenza anche solo simbolica in uno dei volti che si affacciano allo schermo televisivo.
La cifra comunicativa di questa tornata referendaria non fa che confermarsi, compreso il media event che, anche questa settimana, distoglie per qualche tempo l’attenzione dei tg dal tema Referendum. Da una parte, un fronte del Sì compatto soprattutto nella gestione dei tempi di parola; dall’altra, una coalizione del No che raccoglie tempi antenna complessivamente maggiori ma che deve al tempo stesso scontare l’effetto “armata Brancaleone”.