Non è facile fare un’analisi dei risultati elettorali dal punto di vista dei soggetti che da quei risultati sono stati maggiormente stressati. Non solo i “grillini”, passati rapidamente da una vittoria che, a bocce ferme, è stata data troppo per certa, a un risultato talmente insoddisfacente da costringere i vertici del MoVimento a ricorrere a un celebre antiacido.
Superati (e di molto) tutti i leader precedenti, il nuovo recordman della sinistra italiana si chiama Matteo Renzi. Il 40,8% raccolto dal suo Pd è un risultato storico, mai raggiunto prima – e nemmeno sfiorato – da alcun leader della gauche nostrana, che mette definitivamente la parola fine alle sterili polemiche sul traumatico cambio con Enrico Letta alla guida del Governo dopo la schiacciante vittoria – ma contro Cuperlo e Civati – alle “primarie” per la leadership democratica dell’8 dicembre 2013.
Se è vero che le decisioni di voto, in un’epoca in cui l’elettorato d’appartenenza è solo un lontano ricordo e la sua “fluttuanza” aumenta da una prova delle urne alla successiva, uno sguardo ai temi dell’ultima settimana di campagna elettorale, da lunedì 19 a venerdì 23 maggio, può dare qualche spunto a chi cerca attuare il difficile mestiere delle previsioni di voto.
Il vero leit-motiv delle campagne elettorali italiane, che siano politiche, amministrative o europee, è ormai lo stesso: gli scandali politico-economici legati ai due maggiori schieramenti.
Nella sin troppo ricca offerta dei temi che la campagna elettorale ha presentato, all’interno dei talk show delle sette reti generaliste[1], nella settimana compresa tra il 5 e l’11 maggio[2], spiccano una issue pura (legata ad un avvenimento esterno alla volontà del sistema politico e di quello mediale), il caso degli scontri allo Stadio Olimpico, e ben quattro issue indotte (individuate, selezionate e poste al centro del dibattito pubblico in modo autonomo da uno degli attori), con un unico autore: Matteo Renzi.
Tramontata, salvo colpi di scena, la possibilità di una seconda ospitata di Matteo Renzi ad “Amici” di Maria De Filippi, e dissoltesi in fretta le polemiche a riguardo, il dibattito mediale e politico dell’Italia che si dirige verso le Europee del 2014 doveva pur trovare un argomento autoreferenziale attorno al quale polarizzare l’attenzione. Lo ha trovato nelle parole di Piero Pelù dal palco di Piazza San Giovanni a Roma, pronunciate durante il concerto per il Primo Maggio.