In una recente pubblicazione[1] che analizzava i trend elettorali nelle cosiddette regioni “rosse” si avanzava l’ipotesi che il declino elettorale
La metafora marina continua ad apparire la più appropriata per descrivere i dati risultanti dal monitoraggio dell’Osservatorio TG CoRiS Sapienza – Eurispes per le settimane comprese tra l’11 e il 17 e poi tra il 18 e il 24 novembre. Tanto le più grandi forze politiche quanto i maggiori leader continuano a risentire, nel numero di menzioni registrate, flussi e riflussi solo in parte giustificati dalla contingenza dell’agenda.
Le settimane comprese tra il 28 ottobre e il 3 novembre e tra il 4 e il 10 novembre 2019 consegnano all’analisi della copertura del Conte Bis nei telegiornali della sera un dato doppiamente interessante. Da un lato, i flussi della presenza politica nelle diverse testate informative iniziano ad apparire come complessivamente governati da movimenti simili a una marea che si ingrossi e si ritiri a settimane alterne; dall’altro, nel più significativo periodo di risacca della politica dall’inizio della rilevazione a spiccare è proprio la figura del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Le settimane comprese tra il 14 e il 20 e tra il 21 e il 27 ottobre segnano anzitutto un calo generalizzato dell’attenzione verso i maggiori partiti di governo e di opposizione.
L’analisi dei dati raccolti dall’Osservatorio TG CoRiS Sapienza – Eurispes per le settimane comprese tra il 30 settembre e il 13 ottobre riservano qualche sorpresa rispetto al quadro che avevamo cominciato a tratteggiare: sovrarappresentazione della “quota PD” della coalizione di governo e sostanziale equilibrio tra le maggiori forze dell’opposizione.
La sinergia tra l’Osservatorio Mediamonitor Politica del Dipartimento CoRiS Sapienza e l’Osservatorio TG di Eurispes si arricchisce di una nuova ricerca in comune, relativa alla copertura, nelle edizioni serali dei sette tg nazionali, del secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte nell’ambito della XVIII Legislatura.
Si apre con una battuta l’incontro alla Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, per la presentazione del libro di Edoardo Novelli “Le campagne elettorali in Italia. Protagonisti, strumenti teorie” (Laterza, 2018). Quella di Paolo Mancini, che auspica che la casa di Novelli (e quella di Filippo Ceccarelli) siano un giorno aperte al pubblico, per poter vedere i loro archivi. Una battuta significativa, perché il libro, come quelli che l’autore ci ha regalato negli anni, è anzitutto un repertorio inesauribile di notizie, sulla comunicazione, sulla politica e sul progressivo sbiadirsi dei confini tra le due.
Le campagne elettorali non sono solo il contesto, ma anche l’oggetto di ricerca forse più interessante nel campo della comunicazione politica. È da questo presupposto che parte il libro di Cristopher Cepernich, “Le campagne elettorali al tempo della networked politics” (Laterza, 2017), attorno al quale s’è discusso oggi pomeriggio al Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza.
Ancora 48 ore e conosceremo i nomi dei nuovi sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste e di altri venti capoluoghi di provincia. E’ una partita molto difficile per il Pd del premier-segretario Matteo Renzi, che dopo il risultato non brillante del primo turno ha annunciato l’intenzione di voler mettere mano profondamente ad un partito sempre più lacerato dalle divisioni interne – ultimo il “caso D’Alema”, anche se l’ex leader ha smentito il suo presunto
Mentre scorrono placide le ore di un week end che non offre grandi spunti al dibattito politico-televisivo, c’è finalmente la possibilità di riflettere su ciò che è accaduto una settimana fa, sulla presenza dei due Mattei nazionali in due delle trasmissioni maggiormente popdella tv italiana: Salvini a C’è posta per te sabato 5 marzo e Renzi a Domenica Live domenica 6 marzo. In due soli giorni, l’occasione imperdibile di riflettere sullo stato attuale della pop politics (Mazzoleni, Sfardini, 2009), e alle sue declinazioni, in parte inaspettate.