Le settimane comprese tra il 28 ottobre e il 3 novembre e tra il 4 e il 10 novembre 2019 consegnano all’analisi della copertura del Conte Bis nei telegiornali della sera un dato doppiamente interessante. Da un lato, i flussi della presenza politica nelle diverse testate informative iniziano ad apparire come complessivamente governati da movimenti simili a una marea che si ingrossi e si ritiri a settimane alterne; dall’altro, nel più significativo periodo di risacca della politica dall’inizio della rilevazione a spiccare è proprio la figura del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Alla “disinfiammazione” televisiva registrata nella settimana tra il 21 e il 27 ottobre corrisponde infatti un nuovo protagonismo di leader e partiti entro l’agenda dei sette telegiornali nazionali nella settimana tra il 28 ottobre e il 3 novembre. Un movimento di “alta marea” destinato però ad affrontare un nuovo riflusso nella settimana tra il 4 e il 10 novembre.
A fronte di un saldo nettamente e trasversalmente positivo in termini di citazioni delle diverse forze politiche registrabile nella prima delle settimane considerate, infatti, corrisponde un trend altrettanto uniforme ma di segno negativo registrabile nella seconda. Gli scostamenti più sensibili riguardano PD (+44 citazioni tra la settimana compresa tra il 21 e il 27 ottobre e quella compresa tra il 28 ottobre e il 3 novembre, - 36 citazioni tra quest’ultima e la settimana compresa tra il 4 e il 10 novembre). La forte oscillazione in positivo del M5S nella prima settimana considerata (+24 citazioni) si riassorbe in modo meno drastico nella seconda (-10); destino inverso rispetto a Forza Italia, che rimane quasi stabile nella settimana compresa tra il 28 ottobre e il 3 novembre (+4 citazioni) e subisce un notevole crollo in quella successiva (-19 citazioni nella settimana compresa tra il 4 e il 10 novembre). Negativo il saldo sia della Lega e di Fratelli d’Italia: entrambe le forze politiche rimangono sostanzialmente stabili nella prima settimana, ma perdono rispettivamente 12 e 13 citazioni nella seconda. Stabile ItaliaViva, unica forza politica a non registrare un segno negativo nel confronto tra la settimana compresa tra il 28 ottobre e il 3 novembre e quella successiva (guadagnando una citazione).
Solo in parte sovrapponibili le oscillazioni delle citazioni riservate ai leader. In calo tutti i rappresentanti delle forze che si riconoscono nell’etichetta di “partito” (Berlusconi perde 14 citazioni, venendo da un saldo già negativo dalla settimana precedente, così come Zingaretti, che perde 12 citazioni, e Salvini, che ne perde 10). Meno traumatico il calo del capo politico del MoVimento 5 Stelle, che perde sì 13 citazioni rispetto alla settimana compresa tra il 28 ottobre e il 3 novembre, ma a fronte di un saldo positivo di +22 derivante dal confronto con la settimana precedente.
Guardando ai protagonisti della scena politica, però, è un altro il dato eclatante di questa quarta tappa della nostra rilevazione. Nella settimana in cui il focus del dibattito politico si sposta dal sempiterno tema della manovra economica allo specifico della crisi dell’Ilva, alla risacca della politica e dei suoi leader corrisponde un nettissimo protagonismo del Presidente del Consiglio. Il dato in sé non stupisce, vista la scelta di Giuseppe Conte di gestire in prima persona le trattative a Taranto. E la minor presenza dei leader è giustificata dal fatto che il disegno della ricerca esclude intenzionalmente le citazioni in veste istituzionale (anche se il dato maggiormente “drogato” da questa scelta è tradizionalmente quello che riguarda il solo Luigi Di Maio). Ma la ritirata è significativa tanto in termini assoluti quanto in riferimento allo specifico ambito (disintermediato) dei social: la produzione di contenuti sui singoli profili considerati non fa registrare particolari flessioni, ma il “ritorno” nei servizi dei telegiornali è talmente ridotto (appena 15 casi in tutta la settimana compresa tra il 4 e il 10 novembre, a fronte dei 52 della settimana precedente) da rendere del tutto improduttivo un confronto in termini di saldi positivi o negativi. Unico elemento degno di nota, il fatto che Salvini sia la prima “vittima” di questo movimento di risacca, sparendo completamente il suo volto social dai servizi dei telegiornali nella settimana tra il 4 e il 10 novembre.
Entrambi i governi della XVIII Legislatura sono il frutto di un accordo politico del quale Giuseppe Conte si pone quale garante. Una condizione molto peculiare per la politica italiana, che consegna un compito di grande responsabilità a una figura non pienamente tecnica e né politica, almeno in termini di appartenenza partitica. A fronte dell’attivismo politico e comunicativo della coalizione Giallo-Verde, la figura di Conte è sembrata sottodimensionata rispetto all’effettiva libertà di movimento e possibilità di azione del Presidente del Consiglio. Il Conte Bis ha rappresentato un momento importante di messa alla prova di questa figura di garanzia, ponendo in coalizione forze in parte interferenti in termini di bacini elettorali di riferimento ma in forte contrasto potenziale sotto il profilo politico-ideologico. Il protagonismo di Conte in una vicenda chiave come quella dell’Ilva potrebbe rappresentare la definitiva consacrazione politica (nel senso più universale e virtuoso del termine) del Presidente del Consiglio. O regalare ulteriore terreno alle forze anti-istituzionali che si agitano dentro e fuori il Parlamento della Repubblica.