Nella sin troppo ricca offerta dei temi che la campagna elettorale ha presentato, all’interno dei talk show delle sette reti generaliste[1], nella settimana compresa tra il 5 e l’11 maggio[2], spiccano una issue pura (legata ad un avvenimento esterno alla volontà del sistema politico e di quello mediale), il caso degli scontri allo Stadio Olimpico, e ben quattro issue indotte (individuate, selezionate e poste al centro del dibattito pubblico in modo autonomo da uno degli attori), con un unico autore: Matteo Renzi.
Il nome del Presidente del Consiglio ricorre, naturalmente, anche nella discussione sui fatti dell’Olimpico: dopo una partita fermata per questioni di ordine pubblico e la cui ripresa è stata decisa da un ultras vicino alla malavita organizzata, una presa di posizione forte delle istituzioni è necessaria e inevitabile.
Ma, anche quando non è presente in video (“solo” lunedì 5 a Porta a Porta e giovedì 8 ad AnnoUno), il nome di Matteo Renzi risuona nelle arene del talk televisivo.
Politici e giornalisti si confrontano sulle riforme istituzionali, tema che Renzi ha reso “vivo” e attuale legandole all’abolizione del Senato della Repubblica piuttosto che alla rivoluzione della PA.
Discutono dello scontro tra il Presidente del Consiglio e le rappresentanze sindacali, a partire dalla dichiarazione, meravigliosamente renziana, per cui il governo “va avanti anche senza i sindacati”.
Confrontano le mosse strategiche e comunicative del Segretario del PD con quello che vedono come il suo “nemico naturale” per queste elezioni, Beppe Grillo (nonostante gli sforzi di Silvio Berlusconi per riconquistare il centro della scena mediatica dopo la condanna giudiziaria).
Si interrogano sulla natura del bonus Irpef da 80 Euro per lavoratori dipendenti e assimilati di cui da questo mese dovrebbe beneficiare chi guadagna fino a 26 mila Euro annui (“sostegno o elemosina?”).
In attesa dei previsti coup de théâtre di Grillo, che hanno ormai preso il posto delle proposte choc di Berlusconi, Matteo Renzi riesce in un’operazione che è stata decisiva nel 2001 per il leader dell’allora Casa delle Liberta: essere lui stesso la posta in gioco, l’argomento principale di conversazione, in presenza e in assenza.
[1] Agorà, Ballarò, Bersaglio Mobile, Inmezz’ora, La Gabbia, Matrix, Omnibus, Ottoemezzo, Piazzapulita, Porta a Porta, Quarto Grado, Quinta Colonna, Servizio Pubblico / AnnoUno.
[2] I rilevatori, appartenenti ai Corsi di Formati e Stili del Giornalismo Radiotelevisivo e Innovazione e Analisi dei Modelli di Giornalismo del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, sono: Vincenzo Balsamo, Maria Ludovica Bozzo, Giovanni Brancato, Adriano Cotugno, Tatiana Di Natale, Dario Fanara, Giorgia Gasparri, Giovanna Lospinoso Severini, Marianna Naclerio, Stefano Nocente, Ilaria Rundeddu, Sonia Seghetta, Valerio Telesca.