La campagna elettorale si evolve, l’agenda si modifica. La rilevazione dei dati dei temi nei talk show d’approfondimento nella settimana tra il 1° e il 6 febbraio segna una prima ma importante discontinuità.
L’interesse per la crisi del Monte dei Paschi di Siena è scemato. Dopo aver monopolizzato quasi la metà degli spazi televisivi totali, lo scandalo senese sembra aver perso di appeal proprio nel momento in cui, dalle mere implicazioni politiche, ci si iniziava a spostare verso quelle finanziarie. Chi doveva vigilare e non lo ha fatto? In che modo l’economia che si affida al trading e gioca con i derivati sta subissando l’economia reale?Per quanto relativamente affidabili, i sondaggi delineano un’unica grande verità: al momento, nessun partito è in grado di governare da solo. Nell’ambito televisivo, questo si ripercuote soprattutto nell’incremento dell’attenzione nei confronti delle “Alleanze”. A differenza della coalizione del centrodestra, la cui composizione è ben chiara, il PD temporeggia lasciando aperte una serie di porte in vista di eventuali accordi post-votazioni. Se da destra si parla di un “loro” in relazione all’asse Bersani-Monti, come se si trattasse di una realtà ormai assodata ed incontrovertibile, da sinistra Vendola frena gli entusiasmi col suo aut aut. O SEL o il Professore.
Spicca la voce “Candidature”. Il riferimento non va, ovviamente, alla scelta delle personalità politiche da inserire nelle liste (chiuse da tempo) quanto alla previsione di chi occuperà il ruolo di Presidente del Consiglio nel dopo-Monti. Mentre il PDL promuove Alfano, la Lega Nord spinge su Tremonti che, a sua volta, smentisce: «è evidente che abbiamo una coalizione e che abbiamo il capo di una coalizione che è Berlusconi». Quando i conduttori televisivi propongono la questione, il centrodestra appare spaccato.«Nel nostro primo Consiglio dei ministri delibereremo la restituzione dell'Imu. Le famiglie saranno rimborsate in contanti e per la prima volta sorrideranno ricevendo una lettera dal fisco». È il 3 febbraio 2013 e, da questa conferenza stampa di Milano in poi, la proposta shock di Berlusconi entrerà prepotentemente nell’agenda dei talk show. Ma perché “scioccare” l’elettorato a più di 3 settimane dal voto? Berlusconi non avrebbe potuto tenere l’asso nella manica per il photofinish? I nuovi sondaggi sembrano premiare l’efficacia della proposta: al centrodestra mancano circa 2% per raggiungere il diretto concorrente. Allo scoccare della mezzanotte dell’8 febbraio, i sondaggi cessano di essere pubblicabili. Era forse questo l’intento del Cavaliere? Quello di imprimere nitidamente l’immagine di un centrosinistra ormai “raggiunto”, proprio in concomitanza con la scadenza dei sondaggi?
E mentre Berlusconi buca lo schermo, gli avversari sono costretti ad “inseguirlo”. Qualcuno ci riesce, qualcuno meno. Ma a che costo?
Monti si “umanizza” grazie all’assist di Daria Bignardi e Le Invasioni Barbariche diventano il terreno ideale per sciogliersi, sorseggiando della birra, ed uscire dagli standard sobriamente rigidi cui il Professore era solito tener fede nelle sue uscite pubbliche. La politica pop esplode. E così, dopo la prima pagina de Il Giornale con protagonista Berlusconi, anche al Premier viene fatto accarezzare un cane. La parabola è completa: il Monti-Robot d’ispirazione crozziana è scomparso. È tempo di “empatia”.
«Il PD non può passare come il partito che difende l’IMU. Perché a nessuno piace l’IMU». Francesco Bei, su la Repubblica, denuncia così a Linea Notte la principale lacuna del centrosinistra: quella di non saper lasciare un’impronta propria, costretta a rincorrere temi altrui. Cosa ha detto Berlusconi? Tutti lo sanno, ne parlano persino all’estero. Cosa ha detto Bersani? Non pervenuto. Ma se da un lato il dissolvimento del PD può essere letto come incapacità comunicativa, dall’altro il “silenzio” assume una sua specifica valenza: il rifiuto delle logiche spettacolari e cabarettistiche che hanno soggiogato persino Monti. Le urne premieranno questa scelta?Dopo l’ospitata a Servizio Pubblico, Silvio Berlusconi torna a giocare «in trasferta»: è la volta di Ballarò. E Giovanni Floris appare particolarmente in forma. Dopo le domande di rito («Quali sono le fonti di finanziamento di quest’operazione?») la restituzione dell’IMU diviene il leitmotiv di un’intervista pungente. In attesa dell’accordo con la Confederazione svizzera, la Cassa Depositi e Prestiti anticiperà i contanti: ma se «li prendete a prestito» vuol dire che «li restituite a debito». Il Cavaliere gongola, Floris insiste. Da dove arriveranno i soldi per coprire l’IRAP? «Sa che lei è attacco in questo momento sulla sostanza di questa proposta, perché dice “li troviamo” ma non si sa dove». Unica colpa del conduttore, non essere in grado di contenere gli applausi rivolti ad un “irresistibile” Berlusconi. Anche se, il face to face e la puntata, si chiudono con un sonoro “Bravo Floris” proveniente proprio dal pubblico. Il pensiero di una singola persona o il pensiero di molti telespettatori a casa?
La nota di merito finale spetta a Nichi Vendola. Per Michele Serra, la sua duplice ricomparsa in televisione (a In Onda e a Servizio Pubblico), «ha tentato di introdurre nella campagna elettorale anche qualche tema che non sia di stretta osservanza contabile». Lavoro, legalità, istruzione. Voci scomparse da un’agenda che si nutre dell’ars dichiaratoria del leader di turno e di qualunque declinazione possibile immaginabile del tema “Tasse”, tanto caro agli elettori in tempi di forte recessione. «58.000 immatricolati in meno all’Università quest’anno sono la fotografia di un Paese in declino. E questa, però, è la più grave delle responsabilità del centrodestra perché avete sfasciato la scuola pubblica e avete impedito che l’Università fosse il trampolino di lancio per cercare il lavoro». La cultura torna in auge. Anche se per poco.
di Federico Sbandi
Gruppo di Ricerca “Politiche 2013”
Osservatorio Mediamonitor Politica