Sabato 14 gennaio 2012, prima udienza del Presidente del Consiglio Mario Monti con Papa Benedetto XVI. Tutti gli organi d’informazione giudicano positivi gli esiti del meeting rituale, e concentrano la loro attenzione appunto sugli aspetto maggiormente “di rito”: laRepubblica.it pubblica la fotonotizia dal titolo “Vaticano, niente inchino per Monti”, il Tg1 fa la conta di quanti, tra il Premer e i componenti del suo seguito, abbiano effettuato l’inchino o il bacio dell’anello (Moavero Milanesi), e quanti abbiano cercato ostentatamente una “terza via” tra la riverenza e la più audace postura rigidamente ritta (Terzi di Sant’Agata e Catricalà).
Minore attenzione verso un gesto che Monti tributa non al Papa, ma alla moglie; gesto, tuttavia, che risulta di grande interesse, specie se inserito nel frame della nuova postura comunicativa del governo italiano. Al momento della tradizionale fotografia che vede il Pontefice tra il Presidente del Consiglio e la First Lady, Monti guarda con malcelata soddisfazione la stretta di mano tra Benedetto XVI e sua moglie, si fa indietro su richiesta dei fotografi per mettersi in linea con gli altri due protagonisti già in posa, poi fuggevolmente si affaccia tra le coltri papali per regalare un sorriso alla consorte.
Un diverso genere di cucù rispetto a quello reso famoso nella politica pop all’italiana dal Premier Berlusconi, che nel novembre del 2008 sbuca a sorpresa dal pennone portabandiera per dare il benvenuto al Cancelliere Merkel a piazza dell'Unità d'Italia. Un gesto familiare e amabile, che basa la sua spettacolarità sulla rottura dell’altrimenti rigidissima disciplina posturale oltre che comunicativa di Mario Monti.