“Oltre” la vittoria

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A botta calda, due sono le evidenze che si possono trarre dai risultati dei ballottaggi alle Amministrative 2011, in particolare riguardo a quelle due città che nella riflessione politica e mediatica dei giorni di campagna elettorale sono state erette ad epicentro dell’eventuale terremoto politico che avrebbe portato con sé la sconfitta del centrodestra nella “sua” Milano e in quella Napoli che si credeva conquistata per disfatta politica della classe dirigente uscente.

Entrambe riguardano la collocazione politica dei candidati vincitori, e fanno pendant con le riflessioni espresse in queste ore dai leader del Pdl, per cui la vittoria non sarebbe nel campo del Pd. In effetti, Giuliano Pisapia appartiene alle fila di Sinistra Ecologia e Libertà, e Luigi De Magistris è il numero due dell’Italia dei Valori.

Si tratta, dunque, se non di un voto di protesta quantomeno di un voto “fuori dagli schieramenti”, che rende ancora più evidenti le forzature imposte al sistema di domanda e offerta politica dai confini del nuovo spazio politico creato ad arte per le Politiche del 2008. Di fronte a un Pdl di fatto appiattito sulle preoccupazioni in tema di giustizia del suo leader, e di un Pd che artatamente pone l’orizzonte del suo agire da opposizione in un “oltre” carico di speranze quanto evanescente, le forze “terze” si risvegliano, lontano dal luogo deputato ad accogliere il “nuovo centrismo” e nella tradizione del primo “partito personale”, quello dei Sindaci.

Inoltre, questa vittoria in cui il Pd si appoggia vistosamente sui due partiti che più si prestano alla creazione di una “grande coalizione”, ricorda una vecchia quanto sfortunata metafora, il “triciclo” (Ds, Margherita, Sdi ai tempi delle Europee del 2004). Ma, cosa più interessante, la presenza di Romano Prodi accanto a Pier Luigi Bersani sul palco del Pantheon alla festa del Pd ricorda che alla base delle migliori vittorie del centrosinistra, e della scommessa mancata di Veltroni del 2008, sta una strategia delle alleanze basata su quel “lavoro collettivo” che il Professore richiama nella serata della vittoria. E che, in un periodo in cui la “collaborazione competitiva” tra il Pdl e il suo maggiore alleato, potrebbe schiudere nuovi scenari.

di Christian Ruggiero