Il dibattito sulla valenza della partecipazione virtuale è riportato in agenda in queste ore nella sua forma meno nobile. L’interrogativo non è nuovo: il click che porta ad aderire a una causa (poniamo su Facebook) equivale alla mobilitazione cognitiva e comportamentale “classica” del recarsi presso un gazebo o una sezione di partito e firmare una petizione? Sui giornali di oggi, la domanda si fa più brutale e quindi più interessante: il click che porta ad aderire alla causa “Uccidiamo Berlusconi” quanto avvicina i 14mila firmatari all’emulazione del regicidio novecentesco?