Nel giorno della “bomba” mediatica di Silvio Berlusconi, la promessa della restituzione dell’IMU sulla prima casa come primo atto del nuovo governo di centrodestra, la rilevazione dei temi nei talk show di approfondimento nella settimana tra il 25 e il 31 gennaio assume una nuova rilevanza.
La tv, territorio privilegiato di campagne basate su messaggi ipersemplificati, ha ripreso uno spazio centrale nel creare l’agenda della campagna elettorale. Ma di cosa si parla nell’arena mediatica? Pare di economia, e considerata la crisi in cui versa il Paese, sembra una cosa seria, la politica decide di affrontare i problemi reali.Per cogliere davvero che piega sta prendendo la campagna elettorale nelle tv italiane, è necessario analizzare i dati con la lente d’ingrandimento, provando a “spacchettare” la voce “economia”. Chi si aspetta piani per uscire dalla crisi economico-finanziaria, di riforme di sistema, di grandi progetti di riassetto del Paese, rimarrà deluso.
La crisi del Monte dei Paschi di Siena, è il principale tema dei talk show d’informazione. Ma è interessante notare come raramente vengano analizzate le ripercussioni sull’economia del Paese, quanto invece venga incentrata la discussione sul piano delle connessioni tra sistema bancario e partiti politici, in questo caso il PD. Allo stesso tempo, si ingrossa la “fetta” della torta dei temi rilevati da Mediamonitor Politica relativa all’economia. Insomma, i leader politici parlano di soldi. Ma di quali soldi? E in che modo?
La maggior parte delle volte i cui nei talk show si parla di economia, si parla di tasse. Per lo più della necessità di abbassarle. Addirittura a volte è lo stesso lancio dei conduttori dei tg che precedono i talk, a lanciare l’argomento tasse come centrale della campagna elettorale. Mentre molti altri temi vengono solo sfiorati dalle parole dei leader, sulle tasse è possibile riscontrare un ventaglio ampissimo di approcci al tema. IMU, ma non solo. Abbassarle, eliminarle, tagliarle: senza mai spiegare con quali risorse. Cambiarle, rimodularle, renderle più eque: senza mai dire chiaramente come, con quali “tetti”, senza mai rischiare di fare capire qualcosa agli elettori/contribuenti[1]. L’analisi dei 14 programmi d’informazione che l’attuale palinsesto tv offre, rivela un progressivo inclinarsi del macrotema “economia” verso la declinazione specifica “tasse”. È pertinente collegare tale tendenza all’avvicinarsi del voto: vanno convinti gli indecisi, bisogna far presa sul portafogli, ancor prima che sulla “pancia”, della gente.
L’argomento delle tasse è stato anche declinato, a sua volta, anche in un discorso meta-televisivo. Si è parlato, in più occasioni, dell’imposizione del tema “tasse” nella campagna elettorale in tv. Un piano d’analisi più astratto è quello di cercare le responsabilità nel definire l’agenda tematica dei talk show. Quale schieramento trae vantaggio dall’imporre il tema delle tasse? Uno sguardo ai programmi elettorali dei singoli partiti può venire in aiuto. Il centrosinistra, che è l’unico a non promettere veri e propri tagli, può uscire solo sconfitto da una dialettica sulle tasse in cui i competitor promettono grandi risparmi per i contribuenti. Il centro montiano in programma si pone l’obiettivo di rendere piè eque alcune imposte ma senza effettuare tagli tout court. Nella dialettica discorsiva, non può che trovarsi in difficoltà quando si parla di tasse introdotte proprio dai tecnici. Il centrodestra di Silvio Berlusconi, invece, è l’unico schieramento che mette in programma tagli netti della tassazione, su tutti l’eliminazione dell’IMU. Riuscire a imporre come temi dell’intero discorso della campagna elettorale i propri temi di campagna significa “giocare in casa”. E “scendere in campo” nel proprio campo è tutt’altra cosa.
di Sveva Batani, Stefano Petrella
Gruppo di Ricerca “Politiche 2013”
Osservatorio Mediamonitor Politica
[1] Con lodevoli ma isolate eccezioni, come la ricetta consegnata da Antonio Ingroia a Giovanni Floris, nel corso della puntata di Ballarò del 29 gennaio: “Via l’IMU dalla prima casa, soprattutto se unica, per giovani e pensionati. Serve una patrimoniale su beni mobili e immobili superiori a 1,5 milioni di euro. L’evasione fiscale va aggredita non solo a parole […] Proponiamo un Alto Commissariato per la caccia ai Patrimoni illeciti, che usi contro corrotti ed evasori gli stessi metodi (incrocio dei dati, ecc.) già usati per scovare i patrimoni dei mafiosi”.