Gente che va, Gente che viene

Immagine principale: 

L’atmosfera da cambio di regime che attraversa la politica italiana in queste ore convulse è resa con efficacia dai titoli della stampa nazionale ed internazionale. La cronaca della staffetta tra il dimissionario Berlusconi e il presidente del consiglio in pectore Monti domina sulle prime pagine dei quotidiani italiani, che danno sfogo al giubilo per la “liberazione” raggiunta, o, sul versante opposto, esprimono scetticismo sulla figura dell’uomo individuato da Napolitano per gestire questa fase di delicato riassestamento della situazione politica e finanziaria del paese.

A calcare la mano sulle misure impopolari di cui il prossimo governo si farà promotore è l’edizione domenicale di Libero, che apre con il titolo “Arriva il signor tasse. Occhio ai portafogli”. Non si tratta dell’unica concessione che la testata diretta da Belpietro fa alla propria constituency di lettori. Con un articolo (“Zamparini scende in campo contro banche e Equitalia”) in taglio basso, nelle pagine interne del giornale, si dà anche notizia del debutto del Movimento per la Gente di Maurizio Zamparini. L’imprenditore friulano, personaggio ben noto agli appassionati di calcio, ha presentato ieri al palazzetto dello Sport di Fiano Romano la sua “creatura”, un gruppo di pressione che in nome della “gente che produce” si batte contro lo “Stato inefficiente” incarnato dal “mostro Equitalia”.

L’MPG, che annovera tra i movimenti amici formazioni poco conosciute come il Tea Party Italia e il Partito Tradizionalpopolare, è sostenuto dall’emittente radiofonica romana Radio Radio, che da tempo ospita sulle proprie frequenze gli interventi di Zamparini. La radio, medium pervasivo e popolare, ha spesso un ruolo decisivo nella crescita di movimenti protestatari e nel consolidamento di alcune tendenze che attraversano l’opinione pubblica. Basti pensare alla galassia dei movimenti antiabortisti dell’America profonda e, per restare nei nostri confini, a quanto accadeva all’inizio degli anni ’90, quando Radio Radicale divenne pro tempore il pittoresco ricettacolo del malcontento popolare nei confronti della “politica tangentara”.

La piattaforma del movimento è apparentemente semplice e lineare. “Noi non vogliamo tutelare chi non paga le tasse, ma la gente che non arriva a pagarle per la crisi” spiega Zamparini, aggiungendo che “non ci collochiamo in nessuna area, perché non facciamo politica, vogliamo essere un movimento per la gente. Qualsiasi politico, che sia di sinistra, di destra, di sopra o di sotto, può affiancarsi a noi. A una condizione: purché sostenga la gente”. Raramente, però, l’indifferentismo apolitico, è sintomo di neutralità. La polemica contro i politici di professione, i burocrati, la finanza usuraia, nemici del popolo virtuoso, onesto e laborioso, è un classico della retorica anti-élite del populismo (Tarchi 2003, 24-28; Hermet, 73-76), di solito associata al sostegno più o meno esplicito ad istanze politiche liberal-conservatrici.

Dietro alla denuncia delle procedure vessatorie adottate in molti casi dall’ente di riscossione dei tributi sembra profilarsi, dunque, l’eterno ritorno di un’ “antipolitica del popolo tartassato”, in cui le partite Iva si mescolano all’uomo qualunque per declamare all’unisono il proprio “cahiers de doléances”. La “gente”, aggregato dai confini imprecisati rappresentato per anni dall’antipolitico al governo Berlusconi (Campus 2007), che pur da inquilino di Palazzo Chigi sapeva ergersi a paladino del popolo contro il palazzo (Prospero 2003), trova oggi nel fisco il catalizzatore ideale del proprio malcontento e improvvisa nuove formule di autodifesa dallo Stato oppressore affidandosi ancora ad un leader proveniente dal mondo dell’impresa. Le reiterate dichiarazioni di discesa in campo di Della Valle e Montezemolo avevano, del resto, già lanciato alcuni segnali in questa direzione. Zamparini si unisce alla schiera, già nutrita, di imprenditori pronti a svolgere un ruolo di supplenza o di commissariamento della politica.

Il logo del movimento, un grande cuore in cui si muove una folla al tempo stesso anonima e mite, piena di mamme e bambini, carrozzine e tricicli, fornisce informazioni ulteriori sul posizionamento simbolico “conservatore” di questa formazione. Ad accomunare i sostenitori dell’MPG, oltre all’avversione nei confronti di Equitalia, sono gli affetti, il cuore, la famiglia, l’amore. “Il nostro movimento è della gente che vuole diventare protagonista cambiando questo paese con amore", ha dichiarato Zamparini, usando un termine che riecheggia non solo la visione etica della società e dello Stato propria di Giovanni Gentile, ma anche il più recente amore invocato da Berlusconi come forza in grado di trionfare, sempre, sull’invidia e sull’odio.

Quello del Movimento per la gente non è, ad oggi, un fenomeno politico rilevante. Ma può essere considerato il sintomo significativo di una tendenza che pulsa nella società. E il messaggio, per ora impercettibile, appare chiaro: il tramonto del berlusconismo coincide con la ricomparsa sulla scena di un aggregato sociale disorganico in cerca di nuovi referenti e spazi politici.

di Nicola Genga